Campo di Fossoli, Campo nuovo

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In Breve

Il sito del Campo Nuovo di Fossoli ripone un notevole interesse storico nella sua lunga e stratificata storia nel corso del XX secolo. Dal 1942 al 1970, il suo utilizzo diversificato lo rende un caso-studio di straordinaria importanza attraverso differenti fasi cronologiche che ne segnano l’evoluzione. Dalla sua nascita come Campo per prigionieri di guerra a Campo nazionale per la deportazione politica e razziale nel corso del periodo bellico, la sua lunga storia arriva fino agli ultimi anni Settanta quando viene utilizzato e convertito ad uso civile per l’accoglienza di orfani e profughi.

Gli Accadimenti

Ci troviamo di fronte al Campo nuovo, una delle due parti di cui si compone il Campo di Fossoli, l’altra denominata Campo vecchio adiacente a questa, si affaccia su via dei Grilli e fu demolita nel 1946. Il campo nuovo presenta un notevole interesse storico per la sua lunga e stratificata storia che inizia nel 1942 e prosegue fino al 1970 e lo rende testimone di differenti vicende storiche che percorrono buona parte del XX secolo, rintracciabili tuttora nelle baracche superstiti che si possono ancora vedere. La sua storia inizia nella primavera del 1942 con l’insediamento di un campo attendato – poi sostituito da baracche in muratura - dove il Regio esercito italiano invia i primi prigionieri di guerra inglesi catturati nelle operazioni belliche in Nord Africa. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, le forze naziste occupano l’intero campo di Fossoli, deportando gli oltre 5000 prigionieri inglesi e le guardie italiane. Nei mesi successivi, tra dicembre 1943 al novembre del ’44, saranno le fasi della guerra a determinare i suoi diversi utilizzi. La Repubblica sociale italiana lo rimette in funzione il 5 dicembre del 1943 per farne il campo speciale di concentramento ebrei, ora perseguitati e internati anche in Italia a seguito dei provvedimenti che ha emanato contro di loro. La questura di Modena e le forze di polizia italiane gestiscono direttamente il campo fino al 15 marzo 1944 quando il "Campo Nuovo" passa sotto il diretto comando tedesco e diviene il principale campo italiano di deportazione sia di ebrei che di oppositori politici internati a Fossoli dal gennaio 1944. Sono dodici i convogli che portano internati di Fossoli nei lager nazisti: per gli oltre 2850 ebrei di Fossoli le destinazioni saranno Auschwitz, Buchenwald, Bergen-Belsen, Flossemburg mentre per gli oltre 2800 politici il campo di Mauthausen. Nel luglio del ’44 le sempre più frequenti incursioni aeree degli Alleati e le azioni della Resistenza spingono le autorità naziste smantellare il campo di Fossoli e trasferire le sue funzioni più a nord, nel campo di Gries. Le strutture del Campo nuovo resteranno ancora in funzione fino al novembre del ’44 per il transito di uomini e donne da inviare al lavoro coatto nei territori del Reich. Alla Liberazione il campo di Fossoli è in abbandono da mesi; la parte del "Campo Nuovo" viene ristrutturata per detenere i fascisti, collaborazionisti in attesa di giudizio e successivamente diviene un centro di raccolta per profughi stranieri indesiderabili fino al 1947. In quell’anno il sacerdote carpigiano don Zeno Saltini lo occupa pacificamente coi sui piccoli orfani per trasformarlo radicalmente in un luogo di fratellanza dando vita nell’ex campo di concentramento alla comunità di Nomadelfia che qui resterà fino al 1952. Ultimo, e più lungo capitolo della sua storia, inizia nel 1954, quando l’Opera profughi giuliani lo affitta per dare alloggio alle famiglie italiane che devono lasciare l’Istria diventata definitivamente Jugoslava: il Villaggio San Marco, così è chiamato ora il Campo nuovo, rimarrà in funzione fino al 1970 ospitando oltre 150 famiglie. Dopo anni di abbandono, nel 1984 lo Stato italiano cede a titolo gratuito al Comune di Carpi il Campo di Fossoli; per il Campo nuovo che ancora conserva le strutture dell’originario impianto degli anni quaranta inizia un nuovo periodo quello della memoria. Nel 1996 il Comune di Carpi e la Associazione Amici del Museo Monumento al Deportato danno vita alla Fondazione Fossoli, dedicata alla conservazione e valorizzazione del sito storico, alla ricerca e documentazione, alla formazione divulgazione che ancora oggi ha in gestione il Campo di Fossoli.

Indirizzo

Galleria

Il sito del Campo Nuovo di Fossoli ripone un notevole interesse storico nella sua lunga e stratificata storia nel corso del XX secolo. Dal 1942 al 1970, il suo utilizzo diversificato lo rende un caso-studio di straordinaria importanza attraverso differenti fasi cronologiche che ne segnano l’evoluzione. Dalla sua nascita come Campo per prigionieri di guerra a Campo nazionale per la deportazione politica e razziale nel corso del periodo bellico, la sua lunga storia arriva fino agli ultimi anni Settanta quando viene utilizzato e convertito ad uso civile per l’accoglienza di orfani e profughi.
Ci troviamo di fronte al Campo nuovo, una delle due parti di cui si compone il Campo di Fossoli, l’altra denominata Campo vecchio adiacente a questa, si affaccia su via dei Grilli e fu demolita nel 1946. Il campo nuovo presenta un notevole interesse storico per la sua lunga e stratificata storia che inizia nel 1942 e prosegue fino al 1970 e lo rende testimone di differenti vicende storiche che percorrono buona parte del XX secolo, rintracciabili tuttora nelle baracche superstiti che si possono ancora vedere. La sua storia inizia nella primavera del 1942 con l’insediamento di un campo attendato – poi sostituito da baracche in muratura - dove il Regio esercito italiano invia i primi prigionieri di guerra inglesi catturati nelle operazioni belliche in Nord Africa. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, le forze naziste occupano l’intero campo di Fossoli, deportando gli oltre 5000 prigionieri inglesi e le guardie italiane. Nei mesi successivi, tra dicembre 1943 al novembre del ’44, saranno le fasi della guerra a determinare i suoi diversi utilizzi. La Repubblica sociale italiana lo rimette in funzione il 5 dicembre del 1943 per farne il campo speciale di concentramento ebrei, ora perseguitati e internati anche in Italia a seguito dei provvedimenti che ha emanato contro di loro. La questura di Modena e le forze di polizia italiane gestiscono direttamente il campo fino al 15 marzo 1944 quando il "Campo Nuovo" passa sotto il diretto comando tedesco e diviene il principale campo italiano di deportazione sia di ebrei che di oppositori politici internati a Fossoli dal gennaio 1944. Sono dodici i convogli che portano internati di Fossoli nei lager nazisti: per gli oltre 2850 ebrei di Fossoli le destinazioni saranno Auschwitz, Buchenwald, Bergen-Belsen, Flossemburg mentre per gli oltre 2800 politici il campo di Mauthausen. Nel luglio del ’44 le sempre più frequenti incursioni aeree degli Alleati e le azioni della Resistenza spingono le autorità naziste smantellare il campo di Fossoli e trasferire le sue funzioni più a nord, nel campo di Gries. Le strutture del Campo nuovo resteranno ancora in funzione fino al novembre del ’44 per il transito di uomini e donne da inviare al lavoro coatto nei territori del Reich. Alla Liberazione il campo di Fossoli è in abbandono da mesi; la parte del "Campo Nuovo" viene ristrutturata per detenere i fascisti, collaborazionisti in attesa di giudizio e successivamente diviene un centro di raccolta per profughi stranieri indesiderabili fino al 1947. In quell’anno il sacerdote carpigiano don Zeno Saltini lo occupa pacificamente coi sui piccoli orfani per trasformarlo radicalmente in un luogo di fratellanza dando vita nell’ex campo di concentramento alla comunità di Nomadelfia che qui resterà fino al 1952. Ultimo, e più lungo capitolo della sua storia, inizia nel 1954, quando l’Opera profughi giuliani lo affitta per dare alloggio alle famiglie italiane che devono lasciare l’Istria diventata definitivamente Jugoslava: il Villaggio San Marco, così è chiamato ora il Campo nuovo, rimarrà in funzione fino al 1970 ospitando oltre 150 famiglie. Dopo anni di abbandono, nel 1984 lo Stato italiano cede a titolo gratuito al Comune di Carpi il Campo di Fossoli; per il Campo nuovo che ancora conserva le strutture dell’originario impianto degli anni quaranta inizia un nuovo periodo quello della memoria. Nel 1996 il Comune di Carpi e la Associazione Amici del Museo Monumento al Deportato danno vita alla Fondazione Fossoli, dedicata alla conservazione e valorizzazione del sito storico, alla ricerca e documentazione, alla formazione divulgazione che ancora oggi ha in gestione il Campo di Fossoli.
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