Sede CNL Carpi

Chiesa di San Rocco

Prima riunione C.L.N.
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In Breve

Edificio simbolo della Resistenza carpigiana. Il 27 dicembre del 1943 ospita la prima riunione costitutiva del Comitato di liberazione nazionale di Carpi, sciolto in seguito alla rappresaglia tedesca del 24 giugno 1944. Pienamente ricostituito all’inizio del 1945, il CLN riesce a coordinare l’organizzazione politica del movimento resistenziale carpigiano.

Gli Accadimenti

Questo edificio che risale al XVI secolo riveste un ruolo cruciale nella storia di Carpi all'epoca dell'occupazione nazifascista. Nella Canonica della chiesta i comunisti Corassori, Losi, Sbrillanci si incontrarono il 27 dicembre 1943 con mons. Aldo Valentini per la formazione del primo CLN di Carpi con l'obiettivo comune di trovare forme di lotta comuni per abbattere il regime fascista e liberarsi dalla occupazione tedesca. Dopo contatti avuti con il vescovo Vegilio Dalla Zuanna ed altri esponenti antifascisti, il CLN risulta composto da esponenti di tutti i partiti delle opposizioni: comunisti, cattolici, azionisti, indipendenti e membri Psiup. Inizia sul territorio l’attività di guida e coordinamento delle diverse azioni della Resistenza. Le riunioni si tenevano in prevalenza all’interno dei locali del Seminario cittadini e delle abitazioni private di don Benatti e dell’avvocato Scaglioli. Questo Comitato gestirà la Prima zona partigiana delle sette create nella pianura modenese, e comprendeva i comuni di Carpi, Soliera, Novi, Campogalliano e alcune frazioni di Modena. Le formazioni partigiane che vi operarono furono tra le più attive della provincia, conducendo azioni militari significative in particolare dalla primavera del’44. La resistenza non fu solo militare. In parallelo, il CLN adottò strategie per proteggere i beni agricoli ella zona, oltre a redistribuire alle popolazioni locali parte dei beni sottratti alle requisizioni e alle razzie da parte dei tedeschi. Parallelamente l’azione del CLN entra clandestinamente anche nelle fabbriche per promuovere azioni di sabotaggio alla produzione e per affiliare nuovi aderenti. Tratto distintivo dell’operato del CLN fu un radicamento profondo con la popolazione che gli permise di esercitare di fatto funzioni di governo, ancor prima della Liberazione. Un momento simbolico di questo controllo del territorio è rappresentato dal discorso tenuto da Palazzo Scacchetti il giorno della Liberazione 22 aprile 1945 da Emilio Cabassi, presidente del CLN di Carpi noto con il nome di battaglia Franchi, nonostante la presenza in città di tedeschi belligeranti.

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Edificio simbolo della Resistenza carpigiana. Il 27 dicembre del 1943 ospita la prima riunione costitutiva del Comitato di liberazione nazionale di Carpi, sciolto in seguito alla rappresaglia tedesca del 24 giugno 1944. Pienamente ricostituito all’inizio del 1945, il CLN riesce a coordinare l’organizzazione politica del movimento resistenziale carpigiano.
Questo edificio che risale al XVI secolo riveste un ruolo cruciale nella storia di Carpi all'epoca dell'occupazione nazifascista. Nella Canonica della chiesta i comunisti Corassori, Losi, Sbrillanci si incontrarono il 27 dicembre 1943 con mons. Aldo Valentini per la formazione del primo CLN di Carpi con l'obiettivo comune di trovare forme di lotta comuni per abbattere il regime fascista e liberarsi dalla occupazione tedesca. Dopo contatti avuti con il vescovo Vegilio Dalla Zuanna ed altri esponenti antifascisti, il CLN risulta composto da esponenti di tutti i partiti delle opposizioni: comunisti, cattolici, azionisti, indipendenti e membri Psiup. Inizia sul territorio l’attività di guida e coordinamento delle diverse azioni della Resistenza. Le riunioni si tenevano in prevalenza all’interno dei locali del Seminario cittadini e delle abitazioni private di don Benatti e dell’avvocato Scaglioli. Questo Comitato gestirà la Prima zona partigiana delle sette create nella pianura modenese, e comprendeva i comuni di Carpi, Soliera, Novi, Campogalliano e alcune frazioni di Modena. Le formazioni partigiane che vi operarono furono tra le più attive della provincia, conducendo azioni militari significative in particolare dalla primavera del’44. La resistenza non fu solo militare. In parallelo, il CLN adottò strategie per proteggere i beni agricoli ella zona, oltre a redistribuire alle popolazioni locali parte dei beni sottratti alle requisizioni e alle razzie da parte dei tedeschi. Parallelamente l’azione del CLN entra clandestinamente anche nelle fabbriche per promuovere azioni di sabotaggio alla produzione e per affiliare nuovi aderenti. Tratto distintivo dell’operato del CLN fu un radicamento profondo con la popolazione che gli permise di esercitare di fatto funzioni di governo, ancor prima della Liberazione. Un momento simbolico di questo controllo del territorio è rappresentato dal discorso tenuto da Palazzo Scacchetti il giorno della Liberazione 22 aprile 1945 da Emilio Cabassi, presidente del CLN di Carpi noto con il nome di battaglia Franchi, nonostante la presenza in città di tedeschi belligeranti.
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