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In Breve

Notevole esempio di patrimonializzazione della memoria della deportazione è il Monumento ai deportati del Campo di Fossoli, inaugurato in occasione del decennale della liberazione nel dicembre 1955. Localizzato all’incrocio tra via Remesina e via dei Grilli, al limitare dell’area dell’ex campo vecchio di Fossoli, consiste in un muro in pietra contenente un’urna con la terra di tutti i campi d’Europa depositata in occasione della Manifestazione per la Celebrazione della Resistenza nei campi di sterminio nazisti, tenutasi a Carpi nel primo decennale della Liberazione, e reca anche una lapide recante un’epigrafe di Pietro Calamandrei, giurista e padre costituente.

Gli Accadimenti

Questo Muro commemorativo fu eretto in occasione della Celebrazione della Resistenza nei campi di concentramento nazisti, manifestazione che si tiene a Carpi e Modena l’8 e il 9 dicembre 1955 in occasione del decennale della Resistenza. Su invito di alcuni familiari di vittime della strage del Poligono di Tiro e di ex deportati, il sindaco Bruno Losi promuove questa manifestazione per ricordare all’Italia tutti coloro che furono internati dal Campo di Fossoli, per essere deportati nei campi nazisti. L’ adesione di istituzioni nazionali e delegazioni internazionali è grandissima, ingente la folla di cittadine e cittadini che partecipa in Piazza dei Martiri alle celebrazioni e visita nel Cortile d’onore di Palazzo dei Pio la prima Mostra nazione sui campi di sterminio nazisti. Tra le diverse iniziative previste dal Comitato promotore, c’è quella di marcare il Campo di Fossoli di un segno tangibile a ricordo del ruolo avuto nel corso del secondo conflitto, quale anticamera dell’inferno dei campi di sterminio nazisti. Si individua dunque questo angolo all’incrocio tra il Campo vecchio e il Campo nuovo - diventato dal 1954 Villaggio san Marco abitato dalle famiglie giuliane e dalmate che hanno dovuto lasciare l’Istria – il punto su cui erigere il Muro del ricordo; un monumento essenziale ma solido in cui viene inserita la lapide con il testo scritto per l’occasione da Piero Calamandrei e l’urna contenete la terra dei campi portata dalla diverse delegazioni europee intervenute alla manifestazione. Un appello solenne sottoscritto da tutte le delegazioni straniere intervenute chiude queste due giornate destinate a segnare profondamente la costruzione della memoria della deportazione nel nostro Paese con l’auspicio che “una parola di ammonimento, di fede, di concordia da Fossoli, da questa terra di martirio e di gloria, vada nel Mondo”.

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Notevole esempio di patrimonializzazione della memoria della deportazione è il Monumento ai deportati del Campo di Fossoli, inaugurato in occasione del decennale della liberazione nel dicembre 1955. Localizzato all’incrocio tra via Remesina e via dei Grilli, al limitare dell’area dell’ex campo vecchio di Fossoli, consiste in un muro in pietra contenente un’urna con la terra di tutti i campi d’Europa depositata in occasione della Manifestazione per la Celebrazione della Resistenza nei campi di sterminio nazisti, tenutasi a Carpi nel primo decennale della Liberazione, e reca anche una lapide recante un’epigrafe di Pietro Calamandrei, giurista e padre costituente.
Questo Muro commemorativo fu eretto in occasione della Celebrazione della Resistenza nei campi di concentramento nazisti, manifestazione che si tiene a Carpi e Modena l’8 e il 9 dicembre 1955 in occasione del decennale della Resistenza. Su invito di alcuni familiari di vittime della strage del Poligono di Tiro e di ex deportati, il sindaco Bruno Losi promuove questa manifestazione per ricordare all’Italia tutti coloro che furono internati dal Campo di Fossoli, per essere deportati nei campi nazisti. L’ adesione di istituzioni nazionali e delegazioni internazionali è grandissima, ingente la folla di cittadine e cittadini che partecipa in Piazza dei Martiri alle celebrazioni e visita nel Cortile d’onore di Palazzo dei Pio la prima Mostra nazione sui campi di sterminio nazisti. Tra le diverse iniziative previste dal Comitato promotore, c’è quella di marcare il Campo di Fossoli di un segno tangibile a ricordo del ruolo avuto nel corso del secondo conflitto, quale anticamera dell’inferno dei campi di sterminio nazisti. Si individua dunque questo angolo all’incrocio tra il Campo vecchio e il Campo nuovo - diventato dal 1954 Villaggio san Marco abitato dalle famiglie giuliane e dalmate che hanno dovuto lasciare l’Istria – il punto su cui erigere il Muro del ricordo; un monumento essenziale ma solido in cui viene inserita la lapide con il testo scritto per l’occasione da Piero Calamandrei e l’urna contenete la terra dei campi portata dalla diverse delegazioni europee intervenute alla manifestazione. Un appello solenne sottoscritto da tutte le delegazioni straniere intervenute chiude queste due giornate destinate a segnare profondamente la costruzione della memoria della deportazione nel nostro Paese con l’auspicio che “una parola di ammonimento, di fede, di concordia da Fossoli, da questa terra di martirio e di gloria, vada nel Mondo”.
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