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In Breve

All’indomani dell’8 settembre 43, risulta tra gli edifici pubblici requisiti dal Comando tedesco di Carpi, che modificano la destinazione d’uso di molte delle diverse strutture che compongono il complesso. Rispetto alla sua funzione ospedaliera, l’edificio mantiene un padiglione ad uso civile, e che vedrà anche il passaggio per necessità mediche di prigionieri di guerra e internati politici e razziali del Campo di Fossoli.

Gli Accadimenti

Questo storico ospedale è inaugurato nel 1922 e intitolato al carpigiano Bernardino Ramazzini, pioniere della medicina del lavoro; all'indomani dell'annuncio dell’Armistizio, fu requisito dal Comando germanico, che con rapidità aveva preso il controllo del territorio, e destinato agli alloggi dei militari e al ricovero dei feriti germanici. Uno solo dei quattro padiglioni dell’ospedale è lasciato a ospedale ausiliario, per rispondere alle necessità sanitarie della popolazione e per prestare le cure mediche anche agli internati politici e razziali del vicino campo di concentramento di Fossoli. Precedentemente, nell’estate del 1942, in uno dei padiglioni venivano ricoverati anche i militari inglesi destinati al campo di Fossoli che, gravemente feriti, non potevano essere trattati nell'infermeria di quel campo di prigionia allestito per loro. Dopo l'8 settembre 1943, parallelamente all’occupazione del campo le autorità naziste imprigionano e deportano i militari inglesi ricoverati e i soldati italiani di guardia all’ospedale. Nel settembre del ’43, a seguito dell’occupazione dell’ospedale da parte delle autorità germaniche, diversi ammalati furono rimandati alle loro case per lasciare gli spazi ai feriti germanici: all'entrata dell'ospedale fu apposta una targa con scritto “LW Orstlazarett - Ospedale locale della LuftWaffe”. Sotto la gestione nazista, al Ramazzini furono ricoverati diversi internati del campo di concentramento di Fossoli, riaperto nel dicembre 1943 come campo per l'internamento di ebrei e politici. E’ lo stesso medico del campo che indirizza all’ospedale i malati gravi che non possono essere curati nella infermeria del campo o feriti nel corso dei pesanti bombardamenti che non risparmiano le baracche del campo di Fossoli. Testimonianze documentano che l’invio all’ospedale poteva costituire per gli internati un modo indiretto di protezione e aiuto. La necessità di ulteriori letti per ricoverare il crescente numero di militari germanici e l’arrivo dall'Istituto Rizzoli di Bologna di molti feriti, porta il Comando germanico alla apertura nell’estate del ’44 di una ulteriore struttura ospedaliera, ricavata in edifici scolastici della città. A causa dell’intensificarsi dei bombardamenti alleati nella zona, l'ospedale deve attrezzarsi in un centro di pronto soccorso per i feriti delle incursioni aeree, con un team dedicato di medici, infermieri e portantini. Visto il suo utilizzo, l’ospedale Ramazzini subì molti danni nel corso dell’occupazione nazista e venne depredato di materiali e attrezzature prima dell’abbandono del comando germanico. Il restauro degli anni ’50 lo rese nuovamente idoneo a riprendere il suo ruolo di struttura ospedaliera efficiente per la comunità carpigiana.

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All’indomani dell’8 settembre 43, risulta tra gli edifici pubblici requisiti dal Comando tedesco di Carpi, che modificano la destinazione d’uso di molte delle diverse strutture che compongono il complesso. Rispetto alla sua funzione ospedaliera, l’edificio mantiene un padiglione ad uso civile, e che vedrà anche il passaggio per necessità mediche di prigionieri di guerra e internati politici e razziali del Campo di Fossoli.
Questo storico ospedale è inaugurato nel 1922 e intitolato al carpigiano Bernardino Ramazzini, pioniere della medicina del lavoro; all'indomani dell'annuncio dell’Armistizio, fu requisito dal Comando germanico, che con rapidità aveva preso il controllo del territorio, e destinato agli alloggi dei militari e al ricovero dei feriti germanici. Uno solo dei quattro padiglioni dell’ospedale è lasciato a ospedale ausiliario, per rispondere alle necessità sanitarie della popolazione e per prestare le cure mediche anche agli internati politici e razziali del vicino campo di concentramento di Fossoli. Precedentemente, nell’estate del 1942, in uno dei padiglioni venivano ricoverati anche i militari inglesi destinati al campo di Fossoli che, gravemente feriti, non potevano essere trattati nell'infermeria di quel campo di prigionia allestito per loro. Dopo l'8 settembre 1943, parallelamente all’occupazione del campo le autorità naziste imprigionano e deportano i militari inglesi ricoverati e i soldati italiani di guardia all’ospedale. Nel settembre del ’43, a seguito dell’occupazione dell’ospedale da parte delle autorità germaniche, diversi ammalati furono rimandati alle loro case per lasciare gli spazi ai feriti germanici: all'entrata dell'ospedale fu apposta una targa con scritto “LW Orstlazarett - Ospedale locale della LuftWaffe”. Sotto la gestione nazista, al Ramazzini furono ricoverati diversi internati del campo di concentramento di Fossoli, riaperto nel dicembre 1943 come campo per l'internamento di ebrei e politici. E’ lo stesso medico del campo che indirizza all’ospedale i malati gravi che non possono essere curati nella infermeria del campo o feriti nel corso dei pesanti bombardamenti che non risparmiano le baracche del campo di Fossoli. Testimonianze documentano che l’invio all’ospedale poteva costituire per gli internati un modo indiretto di protezione e aiuto. La necessità di ulteriori letti per ricoverare il crescente numero di militari germanici e l’arrivo dall'Istituto Rizzoli di Bologna di molti feriti, porta il Comando germanico alla apertura nell’estate del ’44 di una ulteriore struttura ospedaliera, ricavata in edifici scolastici della città. A causa dell’intensificarsi dei bombardamenti alleati nella zona, l'ospedale deve attrezzarsi in un centro di pronto soccorso per i feriti delle incursioni aeree, con un team dedicato di medici, infermieri e portantini. Visto il suo utilizzo, l’ospedale Ramazzini subì molti danni nel corso dell’occupazione nazista e venne depredato di materiali e attrezzature prima dell’abbandono del comando germanico. Il restauro degli anni ’50 lo rese nuovamente idoneo a riprendere il suo ruolo di struttura ospedaliera efficiente per la comunità carpigiana.
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