Nel novembre 1944, il cinquecentesco Palazzo Barbieri diventò la sede della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR, che fino ad allora aveva sede nella più isolata e periferica Villa Ascani. Le autorità della Repubblica Sociale Italiana (RSI), probabilmente alla ricerca di una posizione più difendibile dagli attacchi partigiani, scelsero Palazzo Barbieri, situato nel cuore della città storica, come loro nuova sede.
Palazzo Barbieri divenne per molti un luogo di sofferenza: partigiani catturati venivano imprigionati e torturati all'interno del palazzo. Dopo la liberazione della città il 22 aprile 1945, il Palazzo divenne la sede ufficiale del Comando del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che da quel momento assumeva le redini provvisorie del Governo della Città, traghettando il Comune fino all’entrata in vigore degli assetti istituzionali dell’Italia libera e democratica sanciti dalle prime elezioni libere del marzo 1946. In questo edificio nei giorni dell’immediato dopoguerra furono detenuti, in attesa di giudizio, alcuni esponenti fascisti fortemente compromessi con il regime precedente.
Durante il periodo dell'occupazione nazifascista, il CLN di Carpi si era già distinto per la sua attività, fungendo da vero e proprio organo di governo del territorio. Al momento dell'insediamento a Palazzo Barbieri, la presidenza era affidata a Emilio Cabassi esponente della Democrazia Cristiana. Il direttivo era composto da rappresentanti di quattro partiti: Democratico Cristiano, Socialista, Comunista e il Partito d’Azione: completavano il direttivo un responsabile del Comitato Agricoltori e un rappresentante del Comitato Economico, entrambi in qualità di membri aggiuntivi. Dal comando centrale del CLN di Palazzo Barbieri dipendevano vari sottocomitati, istituiti in diverse frazioni del comune.