Parrocchia di Fossoli

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In Breve

Luogo legato alla figura di don Francesco Venturelli, parroco di Fossoli negli anni in cui l’omonima frazione del territorio carpigiano vede attivo sul suo territorio il Campo di Fossoli con funzione di prigionia, reclusione e internamento. Il suo impegno di carità cristiana lo porta a restare in continuo contatto con il campo di prigionia, prestando assistenza, anche materiale, agli internati. Ucciso da ignoti nel 1946 per cause rimaste oscure, oggi la sua memoria si lega simbolicamente con la sua parrocchia e con l’opera di assistenza diffusa alla popolazione presente nel territorio.

Gli Accadimenti

La Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria, situata a circa 2 km dal Campo di Fossoli di Fossoli, diviene durante la guerra e nell'immediato dopoguerra un faro di speranza: in questa parrocchia don Francesco Venturelli, nominato parroco dal 1935, operò con dedizione per portare sostegno agli internati e ai loro familiari. Fin dall'apertura del campo per prigionieri di guerra nel luglio 1942, Venturelli, quasi quotidianamente, visitava il campo spesso accompagnato dal Vescovo di Carpi Monsignor Federico Dalla Zuanna a portare conforto spirituale ai soldati alleati lì detenuti. Con l'arrivo degli ebrei e degli antifascisti, nel dicembre 1943, il suo impegno assume una valenza ancora più decisiva. Ottenuto il permesso dal vescovo e dalle autorità nazifasciste, continuò in quei mesi a fornire assistenza materiale e spirituale alle persone recluse, indipendentemente dalla loro fede. Si stima che fino a novembre 1944, oltre 400 familiari degli internati per motivi politici, razziali o destinati al lavoro coatto in Germania, abbiano avuto contatti con il parroco, sia direttamente sia indirettamente, per l'invio di denaro, pacchi e messaggi clandestini. Don Venturelli coinvolgeva in questo sostegno i suoi parrocchiani che forniscono beni da destinare agli internati del Campo. Il parroco, con meticolosa dedizione, su taccuini tiene nota delle liste di internati, registra le condizioni del campo, annota le date delle deportazioni nei lager nazisti. Dopo la liberazione, aiuta familiari di deportati a trovare informazioni utili per avere notizie del loro caro. Contemporaneamente continua la sua opera di assistenza alle persone internate nel campo di Fossoli dopo la guerra, quando la struttura divenne un luogo di detenzione per i fascisti in attesa di giudizio per crimini di guerra. Gli appunti del suo diario arrivano fino al 30 dicembre 1945, il 16 gennaio il suo corpo fu ritrovato non lontano dalla chiesa privo di vita. Il suo chierichetto, Olinto Lugli che sarà poi maestro nella scuola del Villaggio san Marco, ricorda così quanto accadde “Alle 19 [del 15 gennaio], qualcuno bussò insistentemente alla porta della canonica. Uno sconosciuto, apparentemente agitato, raccontò di un automobilista gravemente ferito in un incidente stradale, che chiedeva un prete per l’Estrema Unzione. […]. Don Francesco, dopo un attimo di riflessione, preso in fretta l’Olio Santo, si avvolse nel mantello e partì con lo sconosciuto. […]. Don Francesco e lo sconosciuto, camminando affiancati in silenzio con passo rapido lungo lo stradello, percorsero una ventina di metri prima che lo sconosciuto sparasse un colpo di pistola alla tempia destra di Don Francesco, il quale, girandosi di scatto a sinistra, ricevette un secondo colpo alla schiena e cadde sulla siepe di spine che costeggiava lo stradello”. La figura di Venturelli e il ruolo della parrocchia di Fossoli sono ricordati per l’umanità e la solidarietà manifestati dalla comunità locale in quegli anni difficili della guerra nazifascista. Il 13 giugno 2006, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi riconobbe il coraggio di don Venturelli conferendogli la Medaglia d'Oro al Valor Civile.

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Luogo legato alla figura di don Francesco Venturelli, parroco di Fossoli negli anni in cui l’omonima frazione del territorio carpigiano vede attivo sul suo territorio il Campo di Fossoli con funzione di prigionia, reclusione e internamento. Il suo impegno di carità cristiana lo porta a restare in continuo contatto con il campo di prigionia, prestando assistenza, anche materiale, agli internati. Ucciso da ignoti nel 1946 per cause rimaste oscure, oggi la sua memoria si lega simbolicamente con la sua parrocchia e con l’opera di assistenza diffusa alla popolazione presente nel territorio.
La Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria, situata a circa 2 km dal Campo di Fossoli di Fossoli, diviene durante la guerra e nell'immediato dopoguerra un faro di speranza: in questa parrocchia don Francesco Venturelli, nominato parroco dal 1935, operò con dedizione per portare sostegno agli internati e ai loro familiari. Fin dall'apertura del campo per prigionieri di guerra nel luglio 1942, Venturelli, quasi quotidianamente, visitava il campo spesso accompagnato dal Vescovo di Carpi Monsignor Federico Dalla Zuanna a portare conforto spirituale ai soldati alleati lì detenuti. Con l'arrivo degli ebrei e degli antifascisti, nel dicembre 1943, il suo impegno assume una valenza ancora più decisiva. Ottenuto il permesso dal vescovo e dalle autorità nazifasciste, continuò in quei mesi a fornire assistenza materiale e spirituale alle persone recluse, indipendentemente dalla loro fede. Si stima che fino a novembre 1944, oltre 400 familiari degli internati per motivi politici, razziali o destinati al lavoro coatto in Germania, abbiano avuto contatti con il parroco, sia direttamente sia indirettamente, per l'invio di denaro, pacchi e messaggi clandestini. Don Venturelli coinvolgeva in questo sostegno i suoi parrocchiani che forniscono beni da destinare agli internati del Campo. Il parroco, con meticolosa dedizione, su taccuini tiene nota delle liste di internati, registra le condizioni del campo, annota le date delle deportazioni nei lager nazisti. Dopo la liberazione, aiuta familiari di deportati a trovare informazioni utili per avere notizie del loro caro. Contemporaneamente continua la sua opera di assistenza alle persone internate nel campo di Fossoli dopo la guerra, quando la struttura divenne un luogo di detenzione per i fascisti in attesa di giudizio per crimini di guerra. Gli appunti del suo diario arrivano fino al 30 dicembre 1945, il 16 gennaio il suo corpo fu ritrovato non lontano dalla chiesa privo di vita. Il suo chierichetto, Olinto Lugli che sarà poi maestro nella scuola del Villaggio san Marco, ricorda così quanto accadde “Alle 19 [del 15 gennaio], qualcuno bussò insistentemente alla porta della canonica. Uno sconosciuto, apparentemente agitato, raccontò di un automobilista gravemente ferito in un incidente stradale, che chiedeva un prete per l’Estrema Unzione. […]. Don Francesco, dopo un attimo di riflessione, preso in fretta l’Olio Santo, si avvolse nel mantello e partì con lo sconosciuto. […]. Don Francesco e lo sconosciuto, camminando affiancati in silenzio con passo rapido lungo lo stradello, percorsero una ventina di metri prima che lo sconosciuto sparasse un colpo di pistola alla tempia destra di Don Francesco, il quale, girandosi di scatto a sinistra, ricevette un secondo colpo alla schiena e cadde sulla siepe di spine che costeggiava lo stradello”. La figura di Venturelli e il ruolo della parrocchia di Fossoli sono ricordati per l’umanità e la solidarietà manifestati dalla comunità locale in quegli anni difficili della guerra nazifascista. Il 13 giugno 2006, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi riconobbe il coraggio di don Venturelli conferendogli la Medaglia d'Oro al Valor Civile.
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