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In Breve

Porta principale della città per il trasporto ferroviario, la Stazione di Carpi assume nel corso del Novecento una importanza strategica per la sua popolazione e non solo. Prima come punto di partenza per migliaia di lavoratori agricoli negli anni 1938-1943, successivamente con un ruolo centrale nelle partenze delle deportazioni dal campo di Fossoli verso i campi del Reich. Dalla stazione di Carpi, il 22 febbraio 1944, parte con un convoglio di deportati del vicino Campo di Fossoli anche Primo Levi verso il campo di Auschwitz.

Gli Accadimenti

La Stazione di Carpi riveste un ruolo fondamentale in questo percorso sul territorio, essendo stata testimone di eventi storici di rilevanza nazionale e internazionale nel corso della Seconda guerra mondiale per il suo legame con le vicende che investono il Campo di Fossoli. Qui nella tarda primavera del 1942 cominciano ad arrivare le tradotte militari con i prigionieri inglesi destinati al campo di Fossoli appena costruito; sempre qui nel 1954 arrivano le prime famiglie di esuli giuliani provenienti dall’Istria che abiteranno il Villaggio san Marco come è ora denominato l’ex campo di concentramento. Già negli anni 1938-1943, in base agli accordi economici stipulati nel maggio 1937 tra Hitler e Mussolini, questa stazione aveva svolto un ruolo significativo come punto di partenza per i lavoratori italiani inviati in Germania per essere impiegati nelle fabbriche e nelle aziende agricole. Certamente il periodo più drammatico è quello che vede la collaborazione fascista al progetto nazista di deportazione e sterminio di ebrei e oppositori: tra il settembre ’43 e la fine del ’44: durante i mesi dal settembre ’43 al novembre ’44 Carpi è la stazione di arrivo per ebrei e oppositori politici provenienti da ogni parte del nord Italia per essere internati nel vicino campo di concentramento di Fossoli in attesa di “ignota destinazione”. E sempre su questi binari si formano i convogli di di ebrei e politici prelevati da Fossoli e destinatati ai campi di lavoro e sterminio del Terzo Reich, tra cui Auschwitz, Mauthausen, Ravensbrück, Bergen Belsen e Dachau. La posizione strategica della linea ferroviaria che passa per Carpi mettendola in diretto collegamento coi territori del Reich giocò un ruolo cruciale nell'organizzazione di queste deportazioni verso i lager nazisti. Tra tutte riordiamo la partenza del primo convoglio di deportati ebrei verso Auschwitz, del 22 febbraio 1944, su cui viaggia Primo Levi che così la ricorda: “allora ci caricarono sui torpedoni e ci portarono alla stazione di Carpi. Qui ci attendeva il treno e la scorta per il viaggio. Qui ricevemmo i primi colpi […]. I vagoni erano dodici, e noi seicentocinquanta; nel mio vagone eravamo quarantacinque soltanto, ma era un vagone piccolo. […] vagoni merci, chiusi all’esterno, e dentro uomini donne bambini, compressi senza pietà, come merce, di dozzina, in viaggio verso il nulla, in viaggio all’ingiù, verso il fondo”. A causa dei bombardamenti alleati, dei sabotaggi dei partigiani, la linea ferroviaria rimase inutilizzabile dall'estate del 1944 fino al 1947, quando fu riattivata. Oggi una lapide commemorativa apposta all’interno della sala d’aspetto della Stazione ricorda con le parole di Primo Levi il suo ruolo di tappa verso l’inferno per migliaia di persone.

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Porta principale della città per il trasporto ferroviario, la Stazione di Carpi assume nel corso del Novecento una importanza strategica per la sua popolazione e non solo. Prima come punto di partenza per migliaia di lavoratori agricoli negli anni 1938-1943, successivamente con un ruolo centrale nelle partenze delle deportazioni dal campo di Fossoli verso i campi del Reich. Dalla stazione di Carpi, il 22 febbraio 1944, parte con un convoglio di deportati del vicino Campo di Fossoli anche Primo Levi verso il campo di Auschwitz.
La Stazione di Carpi riveste un ruolo fondamentale in questo percorso sul territorio, essendo stata testimone di eventi storici di rilevanza nazionale e internazionale nel corso della Seconda guerra mondiale per il suo legame con le vicende che investono il Campo di Fossoli. Qui nella tarda primavera del 1942 cominciano ad arrivare le tradotte militari con i prigionieri inglesi destinati al campo di Fossoli appena costruito; sempre qui nel 1954 arrivano le prime famiglie di esuli giuliani provenienti dall’Istria che abiteranno il Villaggio san Marco come è ora denominato l’ex campo di concentramento. Già negli anni 1938-1943, in base agli accordi economici stipulati nel maggio 1937 tra Hitler e Mussolini, questa stazione aveva svolto un ruolo significativo come punto di partenza per i lavoratori italiani inviati in Germania per essere impiegati nelle fabbriche e nelle aziende agricole. Certamente il periodo più drammatico è quello che vede la collaborazione fascista al progetto nazista di deportazione e sterminio di ebrei e oppositori: tra il settembre ’43 e la fine del ’44: durante i mesi dal settembre ’43 al novembre ’44 Carpi è la stazione di arrivo per ebrei e oppositori politici provenienti da ogni parte del nord Italia per essere internati nel vicino campo di concentramento di Fossoli in attesa di “ignota destinazione”. E sempre su questi binari si formano i convogli di di ebrei e politici prelevati da Fossoli e destinatati ai campi di lavoro e sterminio del Terzo Reich, tra cui Auschwitz, Mauthausen, Ravensbrück, Bergen Belsen e Dachau. La posizione strategica della linea ferroviaria che passa per Carpi mettendola in diretto collegamento coi territori del Reich giocò un ruolo cruciale nell'organizzazione di queste deportazioni verso i lager nazisti. Tra tutte riordiamo la partenza del primo convoglio di deportati ebrei verso Auschwitz, del 22 febbraio 1944, su cui viaggia Primo Levi che così la ricorda: “allora ci caricarono sui torpedoni e ci portarono alla stazione di Carpi. Qui ci attendeva il treno e la scorta per il viaggio. Qui ricevemmo i primi colpi […]. I vagoni erano dodici, e noi seicentocinquanta; nel mio vagone eravamo quarantacinque soltanto, ma era un vagone piccolo. […] vagoni merci, chiusi all’esterno, e dentro uomini donne bambini, compressi senza pietà, come merce, di dozzina, in viaggio verso il nulla, in viaggio all’ingiù, verso il fondo”. A causa dei bombardamenti alleati, dei sabotaggi dei partigiani, la linea ferroviaria rimase inutilizzabile dall'estate del 1944 fino al 1947, quando fu riattivata. Oggi una lapide commemorativa apposta all’interno della sala d’aspetto della Stazione ricorda con le parole di Primo Levi il suo ruolo di tappa verso l’inferno per migliaia di persone.
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